Finanziamenti a medio lungo termine per le piccole e medie imprese
Tra i finanziamenti a medio lungo termine rientrano tutti i prestiti con una scadenza contrattuale superiore ai diciotto mesi.
Come abbiamo visto nel precedente articolo, i prestiti a breve termine, comprendono le operazioni di smobilizzo e le linee autoliquidanti.
I finanziamenti a medio lungo termine rientrano nella tipologia definita come “credito di scopo” poiché, a differenza della tipologia sopracitata, vi è una focalizzazione maggiore sulla relazione tra la somma erogata e la finalità per cui si è richiesto il finanziamento.
Mutuo
È un contratto bancario attraverso il quale la banca eroga in un unico momento la somma di denaro a favore di un beneficiario che si impegna a restituirla secondo le modalità e i tempi concordati ed indicati nel piano di ammortamento.
L’importo massimo erogabile attraverso l’apertura di un mutuo è pari all’80% dei beni ipotecati. Questa percentuale può essere incrementata al 100% solo in presenza di garanzie aggiuntive (oltre ad una garanzia reale) tra cui rientrano le fideiussioni bancarie, il pegno e le lettere di patronage.
Il beneficiario del mutuo, o mutuatario, ha la possibilità di estinguere anticipatamente il mutuo a decorrere dal tempo stabilito nel contratto, che solitamente è superiore a dodici mesi. Per l’estinzione anticipata, occorre però pagare una penale calcolata sul debito residuo.
Come abbiamo anticipato, il mutuatario dovrà restituire l’importo del prestito con un tasso di interesse, che può essere fisso o variabile.
Il tasso di interesse fisso, come suggerisce il nome, rimane immutato per tutta la durata del contratto e non subisce cambiamenti di fronte alle condizioni di mercato e alle esigenze delle parti coinvolte.
Il tasso di interesse variabile muta adeguandosi all’andamento del mercato. Viene calcolato secondo un tasso di mercato e uno spread fisso.
È tuttavia possibile, in alcuni casi, optare per un tasso misto, questo permette al beneficiario di scegliere, secondo scadenze prestabilite, le modalità di calcolo preferite tra quelle sopracitate (tasso variabile o fisso).
Leasing
Il leasing finanziario, conosciuto anche come locazione finanziaria, è un contratto attraverso cui una società locatrice acquista un bene e lo dà a un beneficiario mantenendone la proprietà. Tale concessione avviene a fronte di un versamento di canoni periodici da parte di un locatario. Al termine del contratto, il beneficiario potrà decidere se rinnovarlo, restituire il bene e terminare il rapporto contrattuale, oppure potrà acquistare il bene ad un prezzo di riscatto che è stabilito nel contratto iniziale.
Il leasing operativo, a differenza di quello finanziario, vede solo due soggetti coinvolti: il produttore del bene e l’impresa beneficiaria. I beni per cui spesso si stipula questo tipo di contratto sono dispositivi tecnologici o macchinari che, soggetti a una rapida obsolescenza, necessitano di sostituzioni periodiche.
A differenza del leasing finanziario, il locatario non può, al termine del contratto, acquistare il bene. Ha, tuttavia, facoltà di restituirlo, chiederne la sostituzione con una tecnologia più innovativa oppure scegliere di prolungare il contratto e il versamento del rispettivo canone.
Prestiti obbligazionari
Il prestito obbligazionario è simile al mutuo, a differenza di quest’ultimo vede coinvolte le società per azioni. Ogni investitore può acquistare dei titoli obbligazionari, emessi dall’azienda che richiede il finanziamento, sottoscrivendo così una quota del prestito.
L’azienda beneficiaria dovrà restituire ai soggetti la somma investita con i rispettivi interessi periodici, questo rimborso dovrà avvenire in un’unica soluzione.
Il tasso di interesse viene calcolato in base al rating aziendale e alla solidità patrimoniale e finanziaria dell’azienda. Sulla base di questi dati, viene stimato anche il rischio che l’investitore corre comprando i titoli di una determinata azienda.
L’incremento del rischio comporta tassi di interesse più alti, che vengono richiesti dal finanziatore per compensare un’eventuale perdita.
Possono richiedere il prestito obbligazionario solo le società di capitali tra cui le società per azioni, società in accomandita per azioni, determinati tipi di società cooperative, banche ed enti appartenenti al settore pubblico.
Coloro che investono, acquistando obbligazioni, diventano creditori verso l’azienda pur non avendo alcun diritto di partecipazione nella gestione della società.
Gli investitori hanno facoltà di delibera su alcuni aspetti tra cui: le condizioni del prestito, la possibilità di costituire un fondo a tutela degli interessi comuni, la nomina e la revoca del rappresentante comune, inoltre, possono avanzare proposte di amministrazione controllata.
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